Sourcing e headhunting: due approcci, un obiettivo comune !
Pubblicato su mercoledì 23, Luglio 2025
Aggiornato il
mercoledì 23 Luglio 2025
By Alessandro Dallera, Sales Executive
5 passaggi per combinare efficacemente sourcing e headhunting
Quando si tratta di trovare il talento perfetto per una posizione, i recruiter si trovano spesso di fronte a una grande sfida: come attrarre i profili giusti? La risposta risiede nell’arte del sourcing e dell’head hunting. Due tecniche che, pur essendo diverse, condividono un obiettivo comune: scovare il candidato ideale. Ti spiego come questi due approcci si completano a vicenda e permettono di rispondere in modo efficace alle esigenze di reclutamento. Ci stai?
1. Comprendere la differenza tra sourcing e headhunting
Sourcing e headhunting possono sembrare termini intercambiabili, ma in realtà si riferiscono a due strategie distinte, utili a livelli diversi del processo di reclutamento:
Il sourcing, spesso utilizzato dai recruiter interni, consiste nell’individuare candidati attraverso strumenti digitali, piattaforme online e database, al fine di trovare profili che corrispondano ai requisiti della posizione aperta.
L’head hunting è invece un approccio più proattivo, solitamente adottato da società di selezione specializzate. Si tratta di contattare direttamente candidati ritenuti talenti eccezionali, anche se non sono attivamente alla ricerca di un nuovo impiego. Questi profili sono spesso di alto livello, con competenze rare, e vengono avvicinati in modo altamente personalizzato.
👉 Cerchi un profilo manageriale con competenze specifiche in un ambito tecnico come l’intelligenza artificiale:
Un recruiter interno inizierà facendo sourcing su LinkedIn o all’interno di community specializzate in AI. Un headhunter, invece, potrebbe contattare direttamente un esperto del settore, anche se non è attualmente in cerca di lavoro.
2. Perché questi due approcci sono complementari
Se il sourcing consente di individuare un ampio numero di profili in linea con i criteri della posizione, l’head hunting punta invece a identificare talenti difficili da trovare.
Queste due tecniche presentano vantaggi che si completano perfettamente:
- Il sourcing è ideale per individuare rapidamente un ampio ventaglio di candidati.
- L’head hunting consente di concentrarsi su profili molto specifici, spesso passivi, ma ad alto potenziale.
👉 Un’azienda in forte crescita nel settore tecnologico cerca sia profili operativi che figure manageriali:
- Il sourcing permette di reclutare candidati con competenze tecniche standard per ruoli operativi.
- Il cacciatore di teste sarà incaricato (perché più adatto) di trovare un responsabile in grado di guidare il team verso l’innovazione. L’head hunting è infatti più indicato, soprattutto quando si tratta di dirigenti che non stanno attivamente cercando una nuova opportunità.
👉 Altro esempio: una start-up desidera assumere un responsabile tecnico con anni di esperienza in un settore di nicchia (cybersecurity, biochimica, aeronautica, Difesa…). Il sourcing tramite piattaforme specializzate potrebbe non essere sufficiente. Per trovare il candidato giusto, è più efficace affidarsi all’head hunting, che si basa su un network professionale esclusivo.
3. Le qualità ricercate: tra competenze tecniche e personalità
I candidati che desiderate assumere devono, ovviamente, possedere le competenze tecniche necessarie per svolgere con successo il loro ruolo. Tuttavia, in un mercato del lavoro sempre più competitivo, le competenze da sole non bastano: anche la personalità del candidato deve essere in linea con la cultura aziendale.
In altre parole, che si tratti di sourcing o di head hunting, è essenziale valutare attentamente la qualità del profilo. Un candidato con un ottimo curriculum ma che non riesce a integrarsi nel team o che non condivide i valori dell’azienda potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata nel lungo periodo. È fondamentale che il candidato scelto abbia un buon “cultural fit”, ovvero che sia in sintonia con la cultura dominante dell’organizzazione (adhocratica, paternalistica, clanica, gerarchica, ecc.).
👉 Un recruiter attiva una strategia di sourcing per un ruolo manageriale. Ottiene rapidamente una lunga lista di profili tecnicamente qualificati: è il primo passo. Tuttavia, un cacciatore di teste sarà più in grado di individuare candidati non solo competenti, ma anche capaci di adattarsi alla dinamica del team. La combinazione di questi due approcci consente una valutazione completa del candidato.
4. L’evoluzione delle pratiche di reclutamento: digitalizzazione e personalizzazione
Oggi, il mercato del reclutamento è in piena evoluzione. Gli strumenti digitali permettono di rendere il sourcing più rapido e mirato, mentre anche l’head hunting si sta trasformando grazie all’utilizzo di algoritmi e software di intelligenza artificiale che affinano la ricerca dei profili.
Entrambi gli approcci sono ormai sempre più data-driven e supportati da tecnologie che facilitano l’identificazione dei candidati più adatti per una posizione specifica.
Ciò non toglie che la dimensione umana resti fondamentale. Un headhunter sarà sempre in grado di personalizzare il proprio approccio, basandosi su elementi come le esperienze pregresse, la motivazione del candidato e il suo potenziale di crescita.
Un’azienda cerca di coprire una posizione chiave nel proprio dipartimento IT. L’utilizzo di software per fare sourcing dei profili può accelerare il processo, ma la fase successiva, ovvero il colloquio, richiede un approccio più personalizzato per verificare che il candidato sia realmente motivato e interessato al settore dell’azienda.
5. Sourcing e head hunting: un duo imprescindibile per un reclutamento efficace
Il sourcing e l’head hunting sono strategie che, se combinate, permettono di reclutare i migliori talenti e di garantire una perfetta corrispondenza tra il candidato e la posizione da ricoprire.
Pur essendo diversi nell’approccio, condividono un obiettivo comune: trovare il profilo ideale, con le competenze tecniche e la personalità in linea con i valori dell’azienda.
Per i responsabili del reclutamento, è quindi fondamentale padroneggiare entrambe le strategie e sapere quando e come utilizzarle. Questo consente non solo di ottimizzare i tempi, ma anche di massimizzare le probabilità di trovare candidati che, oltre a soddisfare i requisiti richiesti, si integreranno perfettamente nel team e cresceranno con l’azienda.
Sourcing e head hunting, ben lontani dall’essere in contrasto, formano un duo vincente per affrontare con successo le sfide del mercato del lavoro di oggi.
By Alessandro Dallera, Sales Executive